VEV - Vocabolario storico-etimologico del veneziano
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magistrato (magistrado, magistrato)

sec. XIV

lat. magistrātus ‘magistrato, autorità’, vc. dotta: PIREW 5230b; DELIN; EVLI.

1 s.m. ‘dignitario’.
1374-1434 CodiceMorosini 564 (magistradi); 1483 SanudoItinerario 24; 1485 ZorziDispacci 47.
2 s.m. ‘organo della Repubblica’, con particolare riferimento alle cariche ricoperte da appartenenti al patriziato.
1483 SanudoItinerario 97; 1493-1535 CortelazzoXVI (s.vv. m., ofizio); 1683 BalbiCastigamatti 133; 1732-1779 FolenaGoldoni; 1829 1856 Boerio («adunanza d’uomini con podestà di far eseguire le leggi e di giudicare»); a. 1832 BurattiGloss.

➤ loc.

- Magistrato a le pompe (o sopra pompe) ‘organo istituito nel 1514 che sovraintendeva al controllo suntuario’ 1888 Contarini-Malamani.
- Magistrato alle acque ‘organo istituito nel 1505 che sovraintendeva alla laguna, alle difese a mare e alla tutela idrogeologica della città’ 1852 Mutinelli.
- Magistrato che leva «dicevasi quello che aveva diritto di levare un patrizio da altro M. per trasferirlo al proprio» 1829 1856 Boerio; e Magistrato che leva de leva «quello che aveva diritto di levare anche da quello che levava. Bene inteso però, ch’era sempre il Senato che levava, non già che le Magistrature avessero un tale diritto» 1829 1856 Boerio.
3 s.m. ‘sede di una magistratura’.
1660 Boschini 574.
4 s.m. ‘giudice’, ‘appartenente alla magistratura giudiziaria’.
1982 Nàccari-Boscolo.
5 s.m. ‘autorità municipale’.
1987 Doria.

➤ proverb.

- Moglie e magistrato dal ciel è destinato 1535 CortelazzoXVI.

◉ Scrive Boerio: «La già Repubblica veneta contava più di 70 Magistrati in Venezia, tutti coperti da patrizii, fra’ quali erano divisi gli affari del governo. Gl’individui patrizii non si chiamavano però Magistrati, ma comunemente Giudici del Magistrato, qualunque fossero le loro attribuzioni anche amministrative. Altre Magistrature chiamavansi Collegi, come Colegio de la Milizia da Mar, Colegio de’ Signori de note etc. ed altri finalmente Consigli». La denominazione classicheggiante di m. sembra affermarsi nell’uso politico veneziano nel corso del XV (nella stessa fase che vede il reimpiego locale di termini parimenti classici come Repubblica o Senato) risultando assente nella documentazione medievale relativa agli uffici del Communis Venetiarum. Giusto durante il Quattrocento avviene il passaggio dal significato prevalente di ‘membro di una magistratura’ (antica o straniera) a quello di ‘insieme dei patrizi responsabili di un ufficio’, cioè appunto ‘organo statale’, significato mantenuto fino alla fine della Serenissima.

Deriva da:

Derivati:
magistratura s.f. ‘ufficio della Repubblica cui erano eletti membri del patriziato’

1767-1775 Muazzo 75; a. 1832 BurattiGloss

(Lorenzo Tomasin)


Voce consultata il: 04.25.25