ancrogia

ancrogia, ancroia, incrogia, lancroia
sec. XVI
è il n. pr. Ancroia, personaggio di un poema cavalleresco del sec. XV, forse legato all’agg. it. ant. croio ‘crudo’ (TLIO, s.v.), a sua volta d’origine prov. (croi): LEI 2.1116-17; GDLI s.v. ancroia.
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Nei testi cinquecenteschi (numerose occorrenze in CortelazzoXVI) il termine è usato ancora perlopiù come n. pr., puntualmente allusivo al personaggio, se pur già proverbiale, ma è significativo che già in quel secolo Maffio Venier lo impieghi al plurale, nell’accez. 3 («No ghe n’è de sì bele / Che no le para ancroie»).
Autore: Lorenzo Tomasin
Data redazione: 16.07.2025.
Deriva da:


Derivati:
1 n.pr. di un personaggio della tradizione cavalleresca.
1552-1566 CortelazzoXVI (Ancroia); 1767-1775 Muazzo 378 (Lancroia).

loc.

al sangue de l'Ancroia formula d'imprecazione 1565 CortelazzoXVI.
2 s.f. titolo dell'opera eponima (Libro della Regina Ancroia, poemetto stampato in varie ediz. nel corso del sec. XVI).
1566-1573 CortelazzoXVI (Ancroia).
3 s.f. e agg. 'donna vecchia e brutta'.
XVI Raccolta 39 (M. Venier); 1767-1775 Muazzo 231 (lancroie); 1829 1856 Boerio (a., incrogia); 1852 Contarini (a., incrogia); XIX Raccolta 432 (Novelli: incrogia).
4 s.f. 'persona malaticcia'.
1829 1856 Boerio (a., incrogia); 1844 Contarini (incrogia); 1852 Contarini (a., incrogia).