abernontio, abernonzio, abrenonzio, abrenuntio, barnontio, bernontio
sec. XVI
lat. abrenuntio, 1a pers. sing. dell’indic. pres. di abrenuntiare ‘rinunciare’: LEI 1.136.
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Vc. assente in 1829 Boerio. Il passo di Calmo richiamato da Boerio è in 1548 CalmoLettere 7 (in cui si legge in effetti abernontio); e si veda anche ibid., I.1 (ed. cit., p. 5: «Vade aretro, abernontio Sathanas»). Sull’attestazione (1561) di Marin Negro (ed. Nunziale1987: 43), riportata da CortelazzoXVI, cfr. Lazzerini1977: 82: «mandà a barnontio». Beccaria2001: 14 cita la variante chioggiotta (andar a) beronunsio, che non trova riscontro in Nàccari-Boscolo. Il pavano ha sbernonzoli (nar in s.: Paccagnella s.v., con es. da Cecco dei Ronchitti, cfr. anche Milani1996: 300) e sbrenuntio (andarà a s. in Morello, Paccagnella s.v. Satanasso). Per la diffusione nei dialetti it., cfr. il commento alla vc. di CortelazzoXVI: «La voce è presente ancora nei dialetti, tanto nel […] significato proprio: abrenunzi nel Canton Ticino: VSI; e nell’imprecazione senese: Accidenti a chi ti disse aberenunzio (G.B. Corsi in “Arch. Tradiz. Pop.” XIX, 1900, 262), quanto in quello fig. (elb. abrenunzio ‘alla larga, il Ciel mi liberi’: M. Diodati Caccavelli in “It. Dial.” XXIX (1966) 91; piem. abernonssio scherz. ‘io rifiuto, non acconsento’, V. Di Sant’Albino. Anche in fr. (FEW I 8-9 e XXIV 47)».
Autore: Lorenzo Tomasin
Data redazione: 13.11.2020.
Data ultima revisione: 13.03.2022.
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