chorte, corta, corte, cort
sec. XIII
lat. cŏhŏrs ‘cortile, recinto; stuolo, schiera’: REW, PIREW 2032; Prati; DEI; DELIN; EVLI.
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Nell’accez. 4 il significato di ‘letamaio’ viene acquisito passando attraverso il sintagma ‘corte del letame’, ancora vivo nei dialetti (AMDV), ai quali si può aggiungere lo zoldano
kórt dal ledàm (
Croatto2004: 244).
Per quanto riguarda l’accez. 9, ognuna delle sei corti era composta da tre membri ed aveva «proprie funzioni giudiziarie (ad eccezione dell’
esaminador), quali tribunali di prima istanza civile» (RompiasioGloss, s.v.
c.). Nel periodo più antico la giurisdizione civile e penale veneziana era esercitata in unica istanza direttamente dal doge, assistito da giudici elettivi e temporanei. Probabilmente a partire dal dogado di Sebastiano Ziani (1172-1178), iniziarono via via a staccarsi «dalla primitiva, indeterminata
curia ducis»
(
GuidaArchivio1994: 987) vari tribunali, ciascuno con competenze in settori specifici; si formarono così dodici
corti (o
curie), delle quali si conservano gli archivi solo di sei, mentre delle altre è scomparsa ogni documentazione; uffici analoghi erano presenti anche in località del Dogado (Chioggia) e dello Stato da Mar (Candia); cfr.
GuidaArchivio1994: 987. La prima a formarsi fu la
c. del proprio: inizialmente si parlava semplicemente di
giudici della c. o
del palazzo, e solo con la creazione della
c. del forestier prese il nome con cui poi è passata alla storia (cfr. Rezasco s.v.
proprio: «tribunale veneziano civile e criminale […] fatto (a quanto pare) nel 1091, allora che si tolse a’ Dogi quella giurisdizione e si diede ad esso; donde fu che i suoi Giudici si nominassero ancora
Giudici del Doge o
del Palazzo; e prese il nome
del Proprio, quando s’introdusse l’altro del
Forastiero [
forestier], perché allora diventò il particolare Tribunale de’ Veneziani. Verso la metà del secolo tredicesimo fu privato della giurisdizione criminale, ed infine ristretto alle controversie delle doti, delle divise tra fratelli, delle successioni intestate e a poco più altro»). La
c. del forestier, a sua volta, era prima conosciuta come
curia di comun (o
iudices comunis, noti dal 1179). Negli ultimi anni del sec. XII, dunque, la
curia di comun, poi
del forestier, «si divise da quella del proprio per giudicare le cause tra Stato e privati. Dal 1287 […] ebbe competenza sulle controversie tra stranieri e su quelle miste tra veneziani e stranieri come convenuti, prima demandate ai giudici di petizion» (
GuidaArchivio1994: 989). Per quanto riguarda la
c. de petizion, creata il 16 marzo 1244 dal doge Jacopo Tiepolo, si specifica che la legge istitutiva (
capitolare), con il titolo di statuto, era posta in calce agli statuti veneziani, e pubblicata in tutte le edizioni a stampa di questi ultimi. Per informazioni più dettagliate sulle
corti di Palazzo si rimanda a
GuidaArchivio1994: 987-93 e
DaMosto1937: 89-94. Cfr. anche
zùdese.
BurattiGloss registra un ulteriore significato, s.v.
Corte Busonica: «gruppo di allegri buontemponi di cui faceva parte il poeta. Si riunivano abitualmente all’osteria della Luna».
Numerose, inoltre, le attestazioni toponomastiche, di cui si riporta solo qualche esempio:
C. dei cavalli (dove abitava Muazzo),
de l’Albero (1852 Contarini),
delle Colonne (Muazzo),
Granda (BadoerGloss),
Morosina (Muazzo),
Pignoli (Muazzo),
Pìzola (BadoerGloss),
Remera (Muazzo),
Terrazzera (Muazzo)
. Per altre attestazioni di questo tipo si rimanda a Tassini.
Autore: Greta Verzi
Data redazione: 24.07.2021.
Data ultima revisione: 05.08.2024.
Deriva da:
—
Derivati:
—
cortesan —
cortesela (
cortesella,
cortisela) s.f. dim. ‘piccola corte, piccolo cortile’
Corpus VEV:
1315 Doc. venez. (02);
1321 Doc. venez. (3)
1767-1775 Muazzo 33, 173 (cortesella); 1775 1796 1821 Patriarchi; 1829 1856 Boerio; 1876 Nazari; 1922 Rosman (cortisela); 1982 Nàccari- Boscolo (cortisela: s.v. corte); 2022 TiozzoGobetto (s.v. corte)
—
cortesignolo s.m. dim.
1982 Nàccari-Boscolo (s.v. corte)
—
cortesina s.f. dim.
1982 Nàccari-Boscolo (s.v. corte)